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The Zen Circus - Catene


Manca il lieto fine, non c’è una ragione anche il mare aperto oggi sembra una prigione al telefono qualcuno mi chiede come stai rispondo tutto bene anche se non so chi sei non trovo gli accordi e neanche le parole il tempo viaggia sempre e solo in una direzione mentre in quella opposta trovi solo le macerie i vecchi lo san bene lì è meglio non andare da quando è morta nonna, sembra una cattiveria mio padre è rinato, ha la faccia più serena forse la catena che li univa nel dolore si è spezzata fra le onde del loro temporale avrei voluto dirle, avrei voluto urlare davanti a tutti quanti in quella stanza d’ospedale che finalmente libera, poteva volare ma mi sono addormentato coi postumi al funerale d’amore non si muore, muori senza dare amore l’ho sempre ricevuto ma non so contraccambiare mi dici ormai da tempo che ci devo lavorare ma io più ci lavoro più tu cerchi di scappare odiare se stessi per le stesse ragioni che portano i bambini ad odiare i genitori che portano gli amanti a farsi del male per poi dimenticarsene e ricominciare mia madre ha fatto un sogno dove questo signore le diceva di parlarmi prima di morire così oggi mi ha scritto anche se non ci credi ancora tu sei stato il mio più bel regalo di natale avrei voluto dirle, avrei voluto urlare che l’ho sempre saputo, nonostante il dolore anche quando tornava distrutta da lavorare anche quando ci urlavamo contro tutto il male se l’amore non so darlo, se non ne so parlare dentro una chitarra l’ho provato a immaginare

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